“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” Primo Levi
Non abbiamo trovato parole più vere per raccontarvi questa visita, questo viaggio nella memoria.
Da anni progettavamo una visita a questi campi, per svariati motivi il progetto non era mai andato in porto.
A Dicembre 2019 complice una vacanza a Cracovia, decidiamo che visiteremo anche Auschwitz Birkenau, facendoci non poche domande essendo un viaggio insieme ai nostri bimbi di 6 e 9 anni.
Il Campo di Auschwitz-Birkenau
Il museo-campo di concentramento nazista Auschwitz-Birkenau si trova nella città di Oswiecim, a circa 70 km da Cracovia. Sono due campi distinti che distano tra di loro circa 2.2 km, in origine i campi erano 3, ma Monowitz è andato completamente distrutto.
L’ideologia nazista era: odio per il comunismo, per gli Ebrei, per la democrazia e autoaffermazione della superiorità tedesca sulle altre.
La creazione del campo fu all’inizio fatta per sopperire all’aumento del numero di polacchi arrestati dalla polizia tedesca e la conseguente saturazione delle carceri. Negli anni 1940/41 i tedeschi procedettero allo sfollamento degli abitanti del quartiere di Oswiecim, dove venne creato il campo, e di quelli di otto paesi vicini, internarono gli ebrei (circa il 60% della popolazione residente) mentre i restanti polacchi vennero inviati a campi di lavoro in Germania.
La locazione del campo, nel centro dell’Europa, fece si che crebbe a dismisura, portando a 3 suddivisioni:
- Auschwitz I (12-20 mila deportati)
- Auschwitz II Birkenau (90 mila internati), dopo aver evacuato i residenti e abbattuto le loro abitazioni in questo luogo nacquero i principali strumenti di distruzione di massa: le camere a gas.
- Auschwitz III Monowitz (11 mila prigionieri), di cui non rimangono resti.
Come già detto all’inizio vennero deportati prigionieri polacchi, politici, rappresentanti intellettuali, dissidenti ecc, il primo trasporto avvenne il 14 giugno 1940. Ad essi fecero seguito anche i Rom (zingari) e gruppi di prigionieri provenienti dai paesi occupati, qui venivano registrati e marchiati con un numero.
Dal 1942 il Campo iniziò a svolgere una seconda funzione, divenne il centro di sterminio degli Ebrei in Europa, semplicemente per il fatto di esser ebrei, l’età, il sesso non aveva importanza. La maggior parte degli arrivati considerati non abili al lavoro dai medici delle SS venivano immediatamente uccisi nelle camere a gas.
Auschwitz Birkenau, le nostre emozioni
La nostra visita ad Auschwitz è stata fortemente voluta, è uno di quei luoghi che sai di voler vivere e vedere, ma che nello stesso tempo “temi”, più i km verso la metà diminuivano e più sentivamo un nodo salire in gola.
Siamo arrivati ad Auschwitz Birkenau sotto una pioggia ghiacciata, un vento gelido ci ha accompagnato durante il nostro “viaggio nella memoria”. Impossibile non pensare al freddo patito dagli internati, con gli zoccoli ai piedi e quella leggera uniforme di cotone.
Ci siamo spesso chiesti, in questi mesi prima del viaggio, se fotografare, pubblicare e raccontare questa giornata, ma poi la risposta è arrivata dalla nostra guida polacca, il bisogno di non dimenticare, di documentare e raccontare ciò che è successo con la triste consapevolezza che oggi c’è gente che torna a dire che l’olocausto, i campi di sterminio non siano mai esistiti.
Alcuni luoghi non siamo riusciti a fotografarli, alcune stanze, con le scarpette dei bimbi, sono stati un pugno allo stomaco troppo forte.
Auschwitz va accarezzato, come si accarezza un oggetto di cristallo, con delicatezza e cura, è un luogo in cui i muri, la terra che calpesterete parla, racconta una storia, una triste storia che va ricordata e rispettata…
Le mie emozioni
Nella visita ad Auschwitz credo di essere entrata cercando di contenere le tante emozioni, cercando di tenere lontano quel senso di angoscia, ma poi inizi lentamente ed in silenzio a camminare e tutto cambia.
Le valigie, le valigie hanno portato ad un mio lungo respiro… Tante valigie accatastate, tante vite, tante speranze… Su quelle valigie c’era la speranza di un ritorno, a grandi lettere compare sul lato nome e cognome e la data di nascita… Una vita che attende di tornare alla normalità, che crede di poter vivere ancora… Le scarpette dei bambini hanno riempito i miei occhi di lacrime, 230000 bambini deportati ad Auschwitz, tanti piedini che hanno abbandonato le loro scarpette per un destino atroce: divisi dai loro genitori, uccisi o usati per esperimenti. Come può una madre non avere una fitta al cuore al solo pensiero di lasciare i propri figli in quell’inferno. Ma Auschwitz è anche una foto, una foto con uomini e donne in fila davanti ad un uomo, un uomo che sentenzia sulla tua vita. La sua ombra parla: la mano va a destra verso una ciminiera che fuma…
E poi si arriva a Birkenau sotto una neve gelata che ti schiaffeggia il volto, volevo visitare quei luoghi con il freddo, sentire quel freddo, immaginare QUEL freddo…
Oltrepassato il cancello di Birkenau nella mia mente iniziano a proiettarsi delle immagini…quel treno lo vedo che si ferma lì sul binario morto, sento i cani che abbaiano, le urla dei tedeschi e vedo i volti spaesati, impauriti, sento le urla delle madri a cui strappano i figli, vedo l’inferno. Cammino lungo il percorso piano, in modo delicato, sentendo il bisogno di rispettare quella terra… Quella terra che custodisce vite interrotte, pianti, paura, incredulità e orrore…Dimenticare?! Dopo aver varcato la scritta Arbeit Macht Frei, dimenticare sarà impossibile…
Auschiwitz Birkenau: 3 tipi di visita
Partiamo con il dire che visitare in autonomia Auschwitz è completamente gratuito, ma è obbligatoria la prenotazione tramite il sito ufficiale, bisogna registrarsi (il biglietto è nominativo e all’ingresso verrà chiesto anche il documento) e scegliere l’orario di entrata. I posti sono limitati, perciò prenotate per tempo. Se non trovate più posto o non avete fatto il biglietto on line provate a chiedere se ci sono ancora posti disponibili all’ufficio informazioni quando arrivate al Campo. Ricordiamo che la prenotazione on line va effettuata almeno 5 giorni prima della visita e aggiungerei il prima possibile visto che i posti sono ad esaurimento.
Un’altra opzione è la visita a pagamento con la guida ufficiale del campo che si prenota sempre dal sito ufficiale scegliendo la lingua desiderata e l’orario, il costo è 60 pln (circa 14 euro) e dura circa 3 ore.
Un’ultima opzione è comprare il pacchetto proposto da guide fuori dal campo che partono solitamente da Cracovia e nel costo è compreso anche il bus, i costi sono sui 165 pln a persona (40 euro).
Noi abbiamo deciso di non far visitare ai bimbi il Campo (poi vi dirò la mia opinione dopo la visita) perciò abbiamo optato per due viste separate di noi adulti, io ho fatto la visita guidata in italiano alle 11.45, mio marito ha fatto la visita libera alle 9. Le nostre considerazioni dopo la visita sono che l’ideale sarebbe unire entrambe, fare prima una visita libera di un’oretta abbondante e poi la visita guidata. La visita guidata è indispensabile per sapere e capire bene tanti dettagli che vedrete nei vari blocchi, ma essendo guidata non è possibile vedere tutto con calma.
Auschwitz Birkenau: cosa si vede durante la visita guidata
La visita del campo parte da Auschwitz, l’ingresso è nell’area parcheggio auto. Per entrare serve il biglietto e un documento di identità, si può entrare 15 minuti prima del proprio orario. Si passa sotto il metal detector e se avete una borsa con voi verrà controllata, si possono portare borse o zaini con grandezza massima di 30x20x10. Si va verso l’entrata del campo, se avete visita guidata vi vengono fornite apparecchio e cuffia per ascoltare la vostra guida, si attende prima dei tornelli la chiamata con il cartello del vostro tour. Il tour inizia dalla famosa e toccante frase Arbeit macht frei, si visita l’interno di alcuni blocchi, i forni crematori e le zone più significative (il muro delle fucilazioni, delle impiccagioni, le prigioni…).
Nel campo e nel terreno limitrofo vennero trovati dopo la liberazione migliaia di oggetti appartenenti agli Ebrei condotti allo sterminio. Questi oggetti oggi sono esposti nell’ex campo Auschwitz I, nei diversi blocchi troviamo: 80.000 scarpe, circa 3800 valigie, circa 12.000 pentole, 40 kg. di occhiali, capelli, scialli, protesi, ecc…Si possono fare foto e girare filmati ovunque tranne nella sala con i capelli (blocco 4) e nei sotterranei del blocco 11.
L’esposizione del museo illustra lo sviluppo del processo di sterminio degli Ebrei, l’arrivo sulla banchina ferroviaria del campo, la selezione da parte dei medici delle SS fino alla morte nelle camere a gas, il tutto ben rappresentato dagli oggetti e dalle fotografie esposte nei blocchi. Tanti i particolari esposti dalla guida che permettono di comprendere a pieno il luogo e quello che milioni di persone, di tutte le età, hanno dovuto subire. Finita la visita a Auschwitz si prende la navetta gialla gratuita nel parcheggio e si visita il campo di Birkenau a 2,2 km di distanza (la guida vi darà l’orario per trovarsi al cancello).
Nel campo di Birkenau si visita la zona dove sorse la prima camera a gas, detta casetta rossa, poco distante la seconda camera a gas, detta casetta bianca, camere a gas entrambe distrutte all’avvicinarsi dei russi, i forni crematori, anche essi distrutti, alcune baracche, il binario ferroviario morto sul quale furono realizzati i trasporti dei detenuti e la fossa comune trovata dopo la liberazione del campo. La visita qui è più veloce, non ci sono controlli di biglietti e le baracche sono proprio lasciate come erano all’epoca.
Per comprendere bene il luogo bisogna visitare entrambi i campi, sono tanti i tristi dettagli che accompagneranno questa toccante visita che, come ha più volte detto la nostra guida, va fatta per non dimenticare e per diventare anche noi sentinelle della memoria.
Auschwitz Birkenau con i bambini
La direzione del museo sconsiglia la visita ai bambini al di sotto dei 14 anni, tuttavia rimane una scelta personale se portare o meno i propri figli.
Noi come detto precedentemente abbiamo scelto da casa di non farli entrare, ma strada facendo, dopo aver visto noi Auschwitz, abbiamo deciso di visitare tutti e 4 Birkenau.
I nostri bimbi hanno quasi 7 e 9 anni sanno cosa sia la Shoah e sanno cosa sia successo a milioni di ebrei, polacchi, comunisti, rom ed omosessuali in quel periodo, lo sanno grazie alla sensibilizzazione fatta a scuola, ai nostri racconti, ai viaggi fatti e ai libri illustrati letti insieme. Racconti con parole semplici, senza particolari, ma veri. L’immaginazione degli eventi nei bambini non è la nostra, noi le atrocità dell’olocausto le abbiamo lette su libri dettagliati, viste con immagini, film e video, pensando ad Auschwitz vediamo nella nostra mente quelle barbarie. I bimbi immaginano lo sterminio con il loro vissuto e con la purezza della loro ingenuità.
Questa piccola parentesi per dire che ad Auschwitz e soprattutto a Birkenau fa molto ciò che tu sai, l’emozione che c’è dietro a quei capelli tagliati: il dolore, il terrore, la paura e l’umiliazione che doveva provare quella persona. Non ci sono immagini crude o filmati.
Per questo dopo aver io terminato la visita guidata siamo entrati insieme a Birkenau, abbiamo parlato di quel vagone che terminava lì il suo percorso, visitato le baracche con i letti a castello dove per ogni letto dormivano anche 10 persone, immaginato il freddo e la tristezza di essere imprigionati lì solo perché considerati “diversi”. I bimbi hanno ascoltato e fatto domande, cercando un perché che noi non siamo riusciti a dare…
In un periodo storico in cui spesso, sempre più spesso, si parla di diverso, di noi e loro, dove tutto è sdoganato e dove tutto può essere messo in discussione, anche le emozioni di chi quell’atroce periodo l’ha vissuto sulla propria pelle, credo sia doveroso parlarne, anche ai bambini, certo sempre con il rispetto e la sensibilità dell’età.
Nelle visite guidate i bimbi che visitavano i campi erano in realtà abbastanza numerosi, fascia di età direi comunque scolare dai 6 in su. Tutti assolutamente in silenzio, molto attenti e rispettosi del luogo.
Con il senno di poi farei fare la visita guidata di Auschwitz ai miei bimbi?! A quello di 9 anni sì, temevo scene crude o parole troppo forti da parte della guida, invece devo dire che sono stati raccontati i fatti con semplicità e un linguaggio soft, non so se perché presenti bimbi, ma dal mio punto di vista niente di troppo forte.
Per me in autonomia entrambi l campi possono essere visti con bimbi in età da primaria, evitando il blocco 4, sottinteso che i bimbi devono essere preparati e rispettosi del luogo.
Due libri illustrati consigliati per bambini:
L’albero di Anne e Otto. Autobiografia di un orsacchiotto.
Potete vedere insieme anche il video La stella di Andra e Tati, sulle sorelle Bucci.
Concludendo, serietà e rispetto per i luoghi è l’unica regola comportamentale che il buon senso suggerisce, evitiamo di fare selfie sui binari o nei forni (cosa per altro vista) che sono per giunta proibiti, ma non stupitevi di trovare tanti ignoranti che lo faranno comunque!
Riconoscere l’orrore è il primo passo per fermarlo!
Cit.
Francesca e Paolo
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Nell’organizzare un viaggio in Polonia leggete anche il nostro articolo Cracovia e dintorni in cinque giorni.
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